Il
valore aggiunto
a cura di
Giacomo
Zanotti
ITnet, Responsabile Sviluppo Business
Da
oltre vent'anni di parla di "servizi
a valore aggiunto" che debbono essere
offerti su una rete di telecomunicazione.
Sforzarsi a definire cosa sia il
valore aggiunto e' impresa inutile.
Il valore aggiunto e' un concetto,
figlio del tempo. Nulla ha subito
piu' oscillazioni nella forma e
nel contenuto. Ovviamente dietro
a cio' ci sono fortissimi interessi
economici: il problema non e' accademico,
ma sostanziale. Non essendo piu'
possibile competere solo sull'offerta
di connettivita' pura (la banda,
i kbit al secondo, i minuti di conversazione..),
si pensa ai contenuti per fidelizzare
il cliente e per migliorare il fatturato
pro-capite.
Qualche
anno fa' addirittura si e' arrivati
a snaturare il concetto di rete.
La logica degli ASP (Application
Service Provisioning) e la relativa
offerta di software come puro servizio
ha mascherato totalmente la componente
TLC in una rete. Si diceva (convinti!):
the network is the application.
Ma quando si esagera, ovviamente,
il mercato reagisce negativamente.
La rete deve essere comunque una
rete. Il valore aggiunto deve essere
ricercato in funzionalita' affini
al sistema di trasporto, non alla
logica applicativa.
Il "valore"
che si puo' "aggiungere" ad una
rete e' classificabile nell'ambito
di due grandi tematiche: l'ottimizzazione
della componente trasmissiva ed
il coordinamento plurimo della trasmissione
di informazioni.
Il primo
componente e' noto e ormai solidamente
avviato: dalle storiche reti a pacchetto,
all'integrazione delle tecniche
e dei servizi (ISDN), alle reti
locali, alle tecnologie Wi-Fi,…Da
sempre si sono sfornate tecnologie
atte a migliorare la trasmissione
e la commutazione dei dati in una
rete, al fine di renderla piu' affidabile
ed efficiente.
Il
secondo componente e' invece agli
albori. Il meccanismo di coordinamento
piu' conosciuto e' la posta elettronica.
La posta elettronica e' stata concepita
come sistema per muovere messaggi
tra individui, con tutte le funzionalita'
complesse tipicamente presenti nel
mondo dell'utenza affari (la ricevuta
di ritorno, gli indirizzi multipli,
le funzioni segretariali di inoltro
e copia multipla,..). Cio' che e'
ancora totalmente da sfruttare e'
l'uso della posta elettronica come
strumento per muovere automaticamente
documenti e informazioni tra applicazioni,
ovvero come strumento per gestire
tutte le transazioni informatiche
che, nella filiera sempre piu' complessa
delle aziende attuali, accompagnano
il flusso materiale dei beni.
La forza della posta elettronica
sta nel fatto che e' un meccanismo
asincrono e quindi semplice (il
synchronous transaction processing,
tanto caldeggiato dai grandi player
dell'information technology, e'
sempre stato solo uno strumento
di mercato per vendere mainframe
sempre piu' potenti). Il sincronismo
non e' una necessita' ne' degli
umani che si scambiano messaggi
ne' dei processi gestionali inter-aziendali.
Il folder (o l'equivalente "mailbox")
in cui vengono depositati (o prelevati)
messaggi ed i servizi associati
sono il nuovo valore aggiunto alle
reti di telecomunicazione.
Negli anni '90 si e' affermato il
concetto del server dipartimentale
di azienda, in cui depositare (per
poi condividere) documenti comuni.
Il collante era la rete privata
di azienda a cui erano connesse
le varie reti locali di dipartimento.
In tutta analogia possiamo pensare
al Web come server per l'azienda
estesa, sede delle caselle postali
ma anche (e, soprattutto) dei folder
in cui depositare (e condividere)
documenti e informazioni presenti
tra gli attori dell'impresa estesa.
Esaminiamo alcuni servizi a valore
aggiunto che scaturiscono da questi
concetti:
L'archivio strutturato. Analogamente
a cio' che e' successo all'interno
dell'azienda, in cui sono nati i
file server come estensione dell'rchivio
locale del PC, e' possibile pensare
al Web come una collezione di folder
in cui tutti gli attori di una filiera
inseriscono i documenti di interesse
comune. Soppesiamo qui le parole:
diciamo di interesse comune, per
sottolineare il fatto che non stiamo
parlando del Web come archivio generale
di tutto cio' che viene prodotto:
archiviamo sul Web solo cio' che
ha una natura collaborativa, ossia
cio' che e' pertinente con la rete
di telecomunicazione. Notiamo che
non poniamo nessuna limitazione
alla sorgente che alimenta l'archivio
sul Web: la sorgente puo' essere
un'applicazione di produttivita'
individuale (documenti Word che
debbono essere condivisi), un'applicazione
gestionale (una modulo IVA elaborato
localmente viene archiviato sul
Web per renderlo disponibile anytime-anywhere),
un allegato di posta elettronica
o un fax (catturati automaticamente
dai folder corrispondenti).
Il folder attivo. Il Web
convive spesso con soluzioni di
messaggistica unificata. Cio' permette
di rendere l'archivio (il folder)
attivo, aggiungendo funzioni di
notifica o di distribuzione. Un
documento depositato in un folder
da un appllicativo gestionale (un
cedolino stipendio, ad esempio)
puo' scatenare una notifica al destinatario
(via SMS o mail, ad esempio), il
quale puo' decidere di visualizzarlo
localmente, stamparlo o a sua volta
distribuirlo. Questo meccanismo
permette di costruire un processo
di coordinamento di tutti i flussi
informativi che accompagnano i processi
di business. Usando una terminologia
nuova possiamo concludere che queste
applicazioni implementano una funzione
di commercio collaborativo: questa
e' la dimensione piu' utile del
commercio elettronico. Portiamo
sul Web non il processo di vendita,
ma i servizi che lo facilitano.
Se poi guardiamo questi servizi
da un'altra angolazione, possiamo
dire di aver realizzato un servizio
di customer relationship management
(CRM), anzi, qualcosa di piu' completo,
un vero e proprio partner relationship
management (PRM), in quanto e' coinvolta
tutta la filiera degli attori che
partecipano al processo di business
esteso. Anche se parliamo di servizi
applicativi, li consideriamo nell'ottica
collaborativa. Non il servizio in
se', ma la sua componente interattiva.
Ancora, la rete e' la componente
fondamentale.
Da questi semplici esempi si puo'
vedere che siamo agli albori di
una nuova era che vede il Web come
il protagonista dei nuovi servizi
"a valore aggiunto". E non abbiamo
snaturato (come nell'ASP) il concetto
di rete. Stiamo dando alla rete
un'appendice che gli permette coordinare
(archiviare, notificare, distribuire
delle informazioni) senza entrare
nel merito della logica applicativa.
Se poi vorremo "aprire" il documento
e considerarlo nell'ambito del suo
significato semantico, allora i
possibili servizi applicativi erogabili
dal Web si moltiplicano a dismisura:
il Web, inserendosi nella catena
del valore dell'azienda estesa,
puo' mediarne e coordinarne i processi,
inserendosi a pieno titolo tra gli
erogatori di applicazioni appartenti
alla Supply Chain estesa.
Ma qui stiamo invadendo il campo
dell'Information Technolgy. Questi
non sono servizi a valore aggiunto,
ma servizi che nascono da nuove
alleanze tra ISP, ISV e System Integrator.
Nasce un nuovo ruolo, Il Service
Provider….Chi, fra gli attori citati,
lo rivestira' per primo?
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