Roma, 8 novembre
2007 - “Dietro
l’1,7% in più speso dal Paese in Information
Technology il primo semestre di quest’anno,
c’è un’Italia in movimento verso l’innovazione
che costituisce un’importante novità
per l’economia nazionale e apre nuove
prospettive di sviluppo. Va colto
il segnale di un cambiamento qualitativo
dell’economia che vede alla guida
le imprese del made in Italy impegnate
a conquistarsi uno spazio nella competizione
globale investendo in It, come conferma
l’incremento del 3% registrato dalla
domanda di software. E’ ora il momento
di sostenere questo trend positivo
convogliando intelligenze, capitali,
capacità organizzative, politiche
pubbliche nella costruzione di un
percorso strategico per lo sviluppo
dell’innovazione informatica in Italia.
Il nostro Paese ha tutte le carte
per partecipare al nuovo ciclo economico
legato all’It e trarne vantaggi in
tempi e con investimenti ragionevoli.
Un primo passo potrebbe essere l’introduzione
dell’Informatica nel quadro di Industria
2015, riconoscendola come infrastruttura
strategica al servizio delle aree
scelte come prioritarie. In questo
modo sarebbe possibile uscire dall’occasionalità
e costruire un percorso per sviluppare
know-how innovativo, esperienza, brevettare
nuovo software e nuove applicazioni
da proporre poi sul mercato internazionale”.
E’ questo, in sintesi, il messaggio
positivo entro cui il presidente
di AITech-Assinform Ennio Lucarelli
ha presentato questa mattina a Roma
i dati sul mercato italiano dell’Ict
contenuti nel Rapporto Assinform relativi
al primo semestre 2007. All’incontro,
concluso dal Ministro Luigi Nicolais,
hanno partecipato, fra gli altri,
il presidente del Cnipa Fabio Pistella,
il vicedirettore di Confindustria
Luigi Mastrobuono.
“Il risveglio della domanda d’informatica
in Italia - ha precisato Lucarelli
- risente ancora di una serie di fattori
di arretratezza che vanno superati
per colmare il gap che ci tiene ancora
lontani dai trend internazionali.
Pesa la debolezza cronica delle politiche
e degli incentivi sull’innovazione
tecnologica. Pesano i ritardi dimensionali
e organizzativi di un tessuto produttivo
fatto per il 90% da piccole imprese,
che si traducono nella difficoltà
a cogliere le grandi opportunità di
mercato del web e Internet veloce.
Se le stime per il 2007 indicano che
le vendite al dettaglio nel mondo,
sul canale dell’e-Commerce, supereranno
i 300 miliardi di euro, già sappiamo
che il made in Italy nel suo complesso
vi parteciperà ancora troppo marginalmente,
non riuscendo così a mantenere le
proprie quote di mercato all’aumentare
dei commerci mondiali. Un segnale
positivo arriva dai consumer, famiglie
e singoli individui, che con un aumento
di spesa informatica del 25,8%, sono
destinati a far crescere la domanda
di acquisti in rete”. Il Rapporto
Assinform evidenzia la distanza italiana
dai principali paesi concorrenti nell’utilizzo
del commercio elettronico: nel 2006
la quota di fatturato delle vendite
on line effettuate dalle imprese italiane
sul totale a confronto con i principali
paesi europei è stata dello 0,8%,
a fronte di una media europea del
3,5%. “E’ chiaro - ha aggiunto
il Presidente di AITech-Assinform
– che un ruolo determinante nello
sviluppo dell’utilizzo di Internet
dipende dalla disponibilità di reti
a larghissima banda. In Italia, se
alcuni passi sono stati fatti, siamo
ben lontani dagli investimenti che
vengono impiegati nel mondo per le
grandi reti in fibra ottica”.
Un discorso a parte merita la Pubblica
Amministrazione, della quale i dati
Assinform dipingono un quadro in peggioramento,
in cui continua la riduzione della
domanda informatica (-1,4% a fine
2006 rispetto all’anno precedente,
con la Pac a - 4,8%) e si approfondisce
la contraddizione fra funzioni istituzionali,
ricerca dell’efficienza e politica
degli investimenti. Mentre la spesa
pubblica continua a crescere incontrollata,
la Pa sta scegliendo di investire
sempre meno nel principale strumento
di ammodernamento e controllo: l’informatica.
Basti pensare che, per quanto riguarda
i soli Ministeri, a fine 2006 risultava,
rispetto all’anno precedente, un calo
degli investimenti It del 22%. Anche
gli sforzi di miglioramento, che pure
vengono fatti, finiscono per non dare
i risultati sperati: sul totale dei
servizi pubblici, oltre il 60% viene
ormai offerto on-line, cosa che colloca
la nostra Pa oltre la media europea,
pari al 50%. Ma solo per il 16% viene
utilizzata dai cittadini, ben al di
sotto del 24% segnato dalla media
europea.
Sul fronte della Pa locale la domanda
pubblica d’informatica nel 1° semestre
dell’anno è aumentata del 2,9%, ma
è andata a gonfiare prevalentemente
l’in-house, in linea con la tendenza
degli ultimi anni. Se, infatti, la
domanda d’informatica della Pal è
stata, nel 2004, pari a 1.301 milioni
di euro, nel 2005, 1.345; nel 2006,
1.383, rispettivamente negli stessi
anni, il fatturato complessivo delle
principali aziende informatiche di
cui la stessa Pal è azionista, è stato
pari a 606, 738 e 837 milioni di euro;
ovvero ha coperto rispettivamente
il 47% della domanda degli Enti locali,
il 55%, per arrivare all’attuale 60%.
“Le amministrazioni locali
– ha commentato Ennio Lucarelli
- sembrano sempre più mal interpretare
il principio della sussidiarietà,
secondo cui l'azione pubblica ha il
compito di occuparsi di fornire quei
servizi e di tutelare quelle esigenze
che non possano essere efficacemente
garantiti dal mercato. Ora l’Italia
dispone di un settore It di grande
tradizione tecnica e professionale,
che sta crescendo sia come dimensione
d’impresa che come articolazione dell’offerta
con molti casi di eccellenza. Non
vi sono motivi affinché la Pa italiana
non debba affidarsi alle proprie capacità
di scegliere e guidare progetti It
e di selezionare sul mercato, tramite
un’aperta concorrenza, le competenze
necessarie a soddisfare le proprie
esigenze informatiche e poter così
svolgere quel ruolo di stimolo della
qualità e competitività dell’offerta
che le compete”.
Rapporto
Assinform 1° semestre 2007 – I dati
in dettaglio
Informatica
+ 1,7%
Nel primo semestre 2007, il mercato
italiano dell’informatica ha raggiunto
i 9.921 milioni di Euro, in crescita
dell’1,7% sul primo semestre 2006,
consolidando una tendenza al recupero
che a metà fine 2005 risultava ancora
timida (+1,1%).
Hardware: + 4,1%
Sulla crescita del mercato dell’hardware
ha influito la domanda di personal
computer, cresciuta nel primo semestre
2007 del 19,4% . Più in particolare
sono stati venduti 2.528.000 PC, grazie
al contributo dei portatili e delle
famiglie. I portatili collocati sono
stati 1.458.000, con un incremento
in unità del 38,2%, tale da far sì
che essi costituiscano oramai più
del 60% del venduto (contro il 26%
di cinque anni prima).
Le vendite di PC alle famiglie (551.000,
+25,8%) sono ancora cresciute di più
di quelle alle aziende e alla PA (1.977.000,
+17,7%) e, sempre per unità, pesano
ormai per il 22% delle vendite complessive
di PC.
Software e dei Servizi: + 1%
Nel primo semestre 2007, il comparto
del software e dei servizi (6.671
milioni), la componente più importante
ai fini dell’innovazione e dell’attività
delle imprese nazionali, ha ripreso
a crescere (+1%), grazie soprattutto
al contributo del software aumentato
del 3% (contro lo 0,6% del periodo
corrispondente dell’anno prima).
Nell’ambito dei servizi IT (4.696
milioni; + 0,2%) è risultato palese
l’effetto dell’ulteriore calo delle
tariffe, del potere contrattuale dei
grandi clienti, dell’incertezza economica.
Le dinamiche più vivaci sono risultate
quelle dei segmenti dei servizi in
outsourcing (1.378 milioni; + 2,1%),
dei sistemi embedded (520 milioni;
+0,9%), dell’integrazione dei sistemi
(512 milioni, +0.8%) e della consulenza
(532 milioni; + 1,8%), che tuttavia
hanno a malapena bilanciato gli andamenti
riflessivi di tutti gli altri segmenti
d’offerta, a partire a quello più
consistente dello sviluppo e della
manutenzione delle applicazioni (1058
milioni; -1,3%)
Telecomunicazioni
: + 0,5%
Nel primo semestre 2007, il mercato
delle telecomunicazioni è risultato
pari a 22.050 milioni, e ha pagato
l’effetto delle incertezze sul futuro
della rete del gestore principale,
che hanno portato anche all’attendismo
di tutti gli altri operatori sul fronte
degli investimenti in infrastrutture.
Il tasso di crescita è così risultato
molto modesto (+05%, inferiore anche
se di poco a quello già molto contenuto
dell’anno prima) ed è stato di fatto
ottenuto solo grazie alla spinta dei
servizi (17.380 milioni; + 1,3%) e
in particolare della componente mobile.
Questo si è tradotto in un ulteriore
allargamento della “forbice” fra le
dinamiche dei mercati in cui si può
ripartire il settore, e quindi:
- fra i mercati delle telecomunicazioni
fisse e mobili , ove comprendendo
tutte le componenti (infrastrutture,
terminali e servizi), le fisse calano
del 3,1% a 10.500 milioni,
mentre le mobili crescono del 4% a
(11.500 milioni) ;
- fra i mercati delle infrastrutture
(2.080 milioni; -9,2%) da un lato,
e dei servizi (17.380;
+1,3%) e dei terminali dall’altro
(2.590 milioni, + 3,2%).
Servizi di telecomunicazione +
1,3%
Nel primo semestre 2007 i servizi
di telecomunicazione sono cresciuti
dell’ 1,3% (più dell’0,5% rilevato
lo scorso anno) nonostante il venir
meno dei contributi di ricarica del
prepagato per il mobile. E in effetti
sono stati proprio i servizi mobili
(8.960 milioni; +6,2%) ad aver trainato
la domanda di servizi, oltre che l’intero
mercato delle telecomunicazioni.
Nell’ambito dei servizi mobili ha
ritrovato dinamismo la domanda di
servizi voce (6.690; +2,8% contro
il -3,1% dell’anno prima e con incremento
in volumi che supera l’effetto delle
riduzioni tariffarie) ed è rimasta
sostenuta la progressione dei servizi
a valore aggiunto (2.270 milioni;
+17,6%) che oramai pesano per il 25%
della domanda di servizi su rete mobile.
Il tutto si spiega anche con l’ulteriore
crescita del numero delle carte SIM
attive (13,6% in più rispetto a metà
2006), che a metà 2007 hanno sfiorato
gli 86 milioni (di cui più di 19 milioni
già in grado di utilizzare i servizi
UMTS) per un totale di utilizzatori
effettivi stimato in circa 45 milioni
(76% della popolazione) . Per contro,
i servizi di rete fissa (8.420 milioni)
hanno accentuato il calo (-3,3%, contro
il -0,9% rilevato nel primo semestre
del 2006), per effetto di una non
trascurabile riduzione dei servizi
voce (6.670 milioni; -4,9%) solo in
parte attenuato da un progresso sul
fronte dei servizi a valore aggiunto
(1.750 milioni, +3,2%), che iniziano
a mostrare la stabilità dei servizi
maturi.
Collegamenti Internet veloci: +
25%
A contenere il calo delle telecomunicazioni
fisse hanno comunque contribuito gli
accessi Internet ad alta velocità
(broadband), cresciuti del 25% rispetto
al 2006 e attestatisi a metà 2007
a quota 9,4 milioni (per il 3,6% in
fibra ottica e per il 96,4% in modalità
xDSL).
Commercio
elettronico
Le imprese italiane sembrano avere
ancora molte difficoltà nell’usare
le modalità innovative di Internet,
per aumentare il fatturato e conquistare
quote di mercato. I dati parlano chiaro:
nel 2006 la quota di fatturato complessivo
realizzato tramite vendite on line
dalle imprese italiane è dello 0,8%,
rispetto a una media europea (Ue a
15) del 3,5%, con picchi da parte
dell’Irlanda del 9,1% e del Regno
Unito del 6%. Inoltre gran parte delle
vendite on line sono state effettuate
verso il territorio italiano, mentre
la quota di vendite all’estero è soltanto
del 17%, in calo addirittura rispetto
al 2002 (20%). Ha fatto eccezione
il settore dell’Abbigliamento che
ha raggiunto verso l’estero la quota
del 63%. Del volume complessivo di
vendite on line, il settore del Turismo
copre il 49%, mentre altri importanti
settori concorrono con quote molto
inferiori. Fra questi l’informatica
e l’elettronica copre una quota pari
al 9%.
Pubblica
Amministrazione
In termini complessivi la spesa It
della Pa nel 1° semestre del 2007
è scesa di un ulteriore 1,4% rispetto
allo stesso periodo dell’anno scorso,
ma le dinamiche tra Pa centrale e
Pa locale sono diverse.
Per la Pa centrale il calo totale
è stato del 4,8%, risultato di una
diminuzione dell’8,9% da parte dei
Ministeri, solo in parte compensata
dall’aumento di spesa informatica
del 4,8% da parte dei grandi enti
non economici. La Pa locale al contrario
ha aumentato la sua spesa del 2,9%,
ma di questa solo l’1,9% va attribuita
agli enti locali, mentre il 4% riguarda
la domanda proveniente dalla sanità
e dalle utilities locali.
Interessanti sono i dati sull’offerta
di servizi on line messi in campo
dalla Pa, la cui quota passa dal 53%
del 2004 al 58% del 2006. Siamo di
fronte a una crescita importante che
posiziona l’Italia non solo al di
sopra della media europea (50%), ma
tra i paesi più attrezzati in questo
settore. Tuttavia, per ora, i risultati
non sono all’altezza, giacché rimane
molto scarso il grado di utilizzo
di questi servizi: solo il 16% dei
cittadini usa la rete per interfacciarsi
con la Pa (anche se vi è stata una
leggera crescita rispetto al 14% del
2005), mentre la media europea è del
24%. Ciò a fronte del 58% di utenti
che comunicano via web con la Pa in
Norvegia, del 52% dell’Olanda, del
43% della Danimarca, 32% della Germania
e 25% della Spagna.
Vai allo
speech del Presidente
Ufficio Stampa
AITech-Assinform:
Stefania
Follador
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Anna
Borioni –
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