Seconda
indagine nazionale nel settore e nelle
aziende utilizzatrici
PROFESSIONI
ICT: EFFERVESCENZA IN CALO MA SEMPRE
AL TOP
La dinamica retributiva frena. Più
tempo per cambiare azienda. Consulenti
e co-co-co al 15% della forza lavoro.
Il 25% degli "over 40" ha subìto interruzioni
di carriera. Ma le condizioni si mantengono
interessanti e gli insoddisfatti sono
solo il 22%: le professioni ICT si
confermano di riferimento per i giovani,
le donne e per le scolarità più elevate.
Milano,
24 giugno 2004
Sono
più stanziali, non godono più dell'escalation
retributiva degli anni d'oro, alcuni
ripiegano sulle consulenze e chi ha
più di 40/50 anni non ha sempre vita
facile. Ma credono nel mestiere, sanno
che stanno meglio che in altri settori
o uffici, fra loro cresce la quota
di donne e giovani a elevata scolarizzazione,
e anche chi incappa in qualche infortunio
di carriera si ricolloca. Questo il
quadro tracciato da "ICT - Professioni
& Carriere 2004" la seconda indagine
nazionale sull'evoluzione lavorativa,
retributiva e formativa delle figure
professionali legate all'informatica
e alle telecomunicazioni (ICT: Information
& Communication Technology).
L'indagine
2004 - condotta ad aprile, dando voce
agli specialisti delle imprese ICT
e delle aziende utilizzatrici (banche,
aziende manifatturiere, servizi) di
ogni dimensione - è stata realizzata
in partnership da Linea Edp (il
più diffuso settimanale di informatica
in Italia), Assinform (Associazione
delle aziende di informatica, telecomunicazioni
e dei contenuti multimediali aderente
a Confindustria) e ICTsquare (il
portale Internet in Italia per i servizi
ai professionisti ICT).
La
rilevazione, che ha anche trattato
aspetti nuovi, come la condizione
delle donne e degli ultraquarantenni,
si è avvalsa di questionari via Internet
(grazie anche alla collaborazione
dei siti Jobpilot.it, Manager.it e
Aspitalia.com). L'elevato numero di
rispondenti (1044) ha permesso di
evidenziare:
·
la prevalenza dei giovani e una quota
crescente di donne. L'età media
dei rispondenti è di 35,8 anni (33,9
per le donne) e il 75,9 % di essi
ha fra i 20 e i 40 anni; la percentuale
femminile, anche se ancora limitata
(16,7%), è risultata in crescita sulla
corrispondente indagine 2003 (15%);
·
una scolarizzazione elevata, in generale
e ancora di più fra le donne.
Il 60,2% ha un titolo che va dalla
laurea breve in su. Per le donne la
percentuale è più elevata, pari all'80,3%;
·
una diffusione dei mestieri ICT che
va ben oltre i confini del settore:
il 45,9% dei rispondenti è nelle aziende
utilizzatrici (17,5% servizi, 8,8%
industria, 7,2% commercio, ecc.);
·
un peso importante per le figure non
dipendenti. I collaboratori
esterni (a progetto, co-co-co e partita
IVA), sono risultati il 14,6%. Il
7,9% opera con altre forme, mentre
i dipendenti a tempo indeterminato
sono il 69,5% dei rispondenti e gli
assunti a tempo determinato il 4,4%;
·
la numerosità delle figure consulenziali.
I ruoli più citati sono quelli dei
consulenti informatici (16,2%), dei
responsabili dei sistemi informativi
(8,6%); degli analisti-programmatori
(7,9%), dei marketing manager (6,6%),
dei project manager (6,4%) e degli
account manager (6,3%);
·
un livello retributivo medio di 38,4
mila Euro annui lordi, che
però nasconde una realtà composita.
Al di sopra sono i responsabili dei
sistemi informativi e gli EDP manager
(media: 49,5 mila Euro); gli account
manager (48,8), i marketing manager
(41,5), i project manager (39) e i
consulenti senior (38,5); al di sotto
sono gli analisti-programmatori (media:
28,7 mila Euro l'anno), gli specialisti
di reti e sistemi (28,2), gli amministratori
di sistemi (26,8), gli sviluppatori
Web (24,2) e i consulenti junior (22,8),
in coda alla classifica salariale;
·
una dinamica retributiva in affanno.
Oltre il 36,9% degli intervistati
ha goduto di aumenti retributivi nell'ultimo
anno, ma il 53,2% non ne ha avuti
e il 9,9% ha visto la retribuzione
diminuire. Sono mancate le componenti
legati ai risultati, frenate da una
congiuntura difficile, nel settore
e, in generale, dall'erosione delle
tariffe della consulenza;
·
un buon livello di soddisfazione per
l'impiego attuale: Il 55,9%
è mediamente contento, il 22,2% lo
è molto e solo il 21,9% è deluso.
I più soddisfatti sono, top manager
a parte, gli specialisti di reti/sistemi,
i marketing manager e gli EDP manager.
Lo sono meno gli account manager,
gli analisti-programmatori e gli sviluppatori
Web, con livelli di insoddisfazione
fra il 32 e il 34% dei casi, doppi
di quelli rilevati per le figure più
soddisfatte;.
·
qualche preoccupazione per l'impiego
e il clima aziendale: fra chi
è mediamente soddisfatto la percezione
di un buon clima aziendale non supera
il 66% dei casi, e quello della stabilità
il 60,9%;
·
una permanenza ancora breve nello
stesso ruolo: da 3 a 5 anni
per il 37,4% dei rispondenti e di
soli 2 anni per il 19,5% (rispettivamente,
il 35 e il 30% nel 2003). La fedeltà
all'azienda "più elevata" è l'effetto
di una stagnazione che riduce le occasioni,
ma che non intacca l'attitudine alla
mobilità delle figure ICT. Solo il
38,2% dei rispondenti non punta a
cambiare ruolo, mentre il 15,9% lo
vorrebbe fare stando nella stessa
azienda e il 45,9% cambiando azienda.
Nel 2003, chi ha cambiato ruolo lo
ha fatto nel 61% dei casi cambiando
azienda;
·
l'importanza attribuita alla formazione.
I programmi di formazione hanno
subìto i colpi di una congiuntura
difficile, ma solo il 33,7% dichiara
di non avere fruito di interventi
formativi negli ultimi anni, mentre
il 25,7% dichiara di averne fruito
l'anno prima e ben il 40,6% afferma
di averne beneficiato negli ultimi
12 mesi;
·
il ruolo chiave del passaparola per
un nuovo impiego. Il 60,3%
dei rispondenti ha trovato l'ultimo
impiego tramite conoscenze personali,
mentre le inserzioni a stampa e le
società specializzate sono servite
rispettivamente nel 12,1% e 9,1% dei
casi. Si confermano forti i canali
Internet (11,7% dei casi) e gli stage
(6,8%). Lo stage, ovviamente, pesa
di più nella ricerca del primo impiego
(12,9% dei casi), così come avviene
per le inserzioni sulla stampa (22,1%),
ma anche per il primo impiego il canale
delle conoscenze continua a prevalere
(53,9% dei casi);
·
un tempo di ricerca del primo impiego
relativamente breve: Il 43,7%
dei rispondenti con meno di 30 anni
ha trovato collocazione in tempi inferiori
ai 6 mesi;
·
una penalizzazione per le donne ancora
percepita, ma meno che in passato:
il 51,2% delle rispondenti avverte
penalizzazioni (per carriera e retribuzione)
rispetto ai maschi. E' però anche
vero che il 6,4% dice di avere subito
discriminazioni in passato e non più
oggi; e che il 42,4% si sente trattato
alla pari dei colleghi maschi;
·
una situazione "fluida" per chi ha
più di 40 (e 50) anni. Gli
over 40 hanno subito interruzioni
di carriera nel 24,8% dei casi, la
metà conseguenti a crisi aziendali.
Ma è riuscito a ricollocarsi entro
6 mesi nel 60,3% dei casi (da 6 mesi
ad un anno nell'8,6% dei casi e in
più di un anno nel 31 % dei casi).
Gli over 50 hanno risposto adattandosi
a soluzioni diverse: infatti fra i
essi le collaborazioni esterne raggiungono
il picco del 33,3 %.
"Il
rallentamento degli investimenti in
nuove tecnologie si è tradotto in
un raffreddamento delle dinamiche
retributive e del turnover - ha
dichiarato il Direttore di Assinform,
Federico Barilli -. Resta il
fatto che le professioni ICT si confermano
ambite. E che si guardi sempre meno
al sesso e all'età, e sempre più alla
competenza. E questa, in tempi di
allungamento della vita lavorativa,
è una ragione in più per riservare
maggiore attenzione e risorse all'ICT".
"La
situazione di freno e, in molti casi,
di vero e proprio blocco del turnover
esterno ha costretto le aziende a
fare di necessità virtù, - ha
commentato Roberto Rosti, Partner
di Linneo Consulting, realizzatrice
del portale ICTsquare - aprendo
percorsi di carriera interni precedentemente
non previsti, più "orizzontali" e
meno specialistici rispetto al passato.
In questi casi anche la formazione
ha avuto un ruolo importante, ed il
risultato finale di questo "stato
di crisi" potrebbe rivelarsi il vantaggio
di avere a disposizione professionalità
meno specializzate e quindi più utilizzabili
dal mercato".
"I dati evidenziano come le professionalità
ICT mantengano una propria specificità
- ha concluso Roberto Bonino,
Direttore Responsabile del settimanale
Linea EDP - ma si avvicinino
sempre più a quelle dei comparti maturi.
La crescita dell'incidenza dei liberi
professionisti, la maggior competenza
delle figure tecniche e l'articolazione
dei ruoli presenti in molte aziende
sono tutti segnali di un dinamismo
che contrasta parzialmente con la
congiuntura sfavorevole del periodo".
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Stefania Follador:
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