Milano, 15 novembre 2004
Procede a fatica la marcia delle
Amministrazioni Locali italiane verso
l'utilizzo dell'ICT (informatica e
telecomunicazioni), per incrementare
l'efficienza e migliorare i servizi
ai cittadini e alle imprese. Non mancano
casi di eccellenza; i piani di e-government
hanno dato un quadro di riferimento
e uno stimolo; ma la gran parte delle
Amministrazioni procede con lentezza.
Lo rileva Assinform - l'Associazione
delle aziende di informatica, telecomunicazioni
e dei servizi multimediali aderente
a Confindustria - che ha presentato
oggi a Milano i risultati di un'indagine
sul campo ("Primo Rapporto Assinform
sull'ICT nella PA Locale in Italia")
effettuata su un campione significativo
di Enti Locali: Regioni, Province,
Comunità Montane e Comuni, di ogni
dimensione.
Condotta in collaborazione con NetConsulting,
con centinaia di interviste ad Enti
del Nord, Centro e Sud Italia, l'indagine
ha "fotografato" lo stato dell'ICT
nelle Amministrazioni Locali, offrendo
lo spaccato delle realtà che condizionano
lo sviluppo dei programmi di e-government.
"Alcune Regioni e province, insieme
a pochi grandi Comuni, mostrano apprezzabili
progressi, anche se più sul fronte
delle procedure gestionali che del
servizio al cittadino e alle imprese.
Gran parte del sistema amministrativo
locale italiano, in particolare al
Sud, appare ancora poco dinamico"
ha commentato Pierfilippo Roggero,
Presidente di Assinform.
"Il ritardo è anche laddove, più che
il budget, conta la capacità di recepire
le indicazioni in materia di e-goverment
o comunque di cogliere il valore dell'innovazione
per l'efficienza dei servizi - ha
aggiunto Roggero - C'è dunque
una percezione limitata dell'utilità
delle nuove tecnologie per l'ammodernamento
degli Enti Locali. Accompagnata da
preoccupanti segnali di rallentamento
della spesa, nel 2004. Tutto questo
mentre il sistema-Italia riconosce
alle Amministrazioni Locali un ruolo
chiave. E' chiaro che serve un'azione
di rilancio, nell'interesse di tutti
e non certo solo dei fornitori".
Più in particolare, per la PA
Locale italiana (escluse le strutture
sanitarie e le società di servizi
di pubblica utilità) l'indagine ha
posto in rilievo:
· la dimensione ancora limitata della
spesa informatica e per telecomunicazioni.
"La spesa informatica delle Amministrazioni
Locali in sistemi, software e servizi,
è stimata per il 2004 in 757,1 milioni
di Euro. E questo è un valore modesto
in rapporto ai fabbisogni - ha
precisato Giancarlo Capitani,
Amministratore Delegato di NetConsulting
- In più essa va anche perdendo il
relativo dinamismo mostrato nel 2003,
quando era cresciuta del 3,5%, contro
un calo complessivo del mercato del
3,2%. Infatti la previsione di crescita
a fine 2004 è del 2,2%, in un mercato
sostanzialmente stabile.
La spesa in telecomunicazioni risulta
in linea con quella del mercato, ma
anch'essa contenuta, essendo stimata
per il 2004 in 576,4 milioni;
· lo squilibrio fra grandi e
piccole amministrazioni per l'informatica
e fra Nord e Sud.
Nell'informatica più della metà della
domanda è espressa dalle Regioni (49,7%
nel 2003) e dai pochissimi Comuni
con oltre un milione di abitanti (7,5%),
contro il 13,5% di tutti gli altri
Comuni, l'11,8% delle Province e il
2,9% delle Comunità Montane. Lo squilibrio
risalta ancora di più nella spesa
per abitante nei Comuni: 13 Euro nei
Comuni con oltre 100 mila abitanti,
5,5 in quelli con meno di 1000, 2
in quelli fra 3 mila e i 100.000 abitanti.
Il grosso di questi ultimi Comuni
è al Sud, e va a conferma dello svantaggio
del Mezzogiorno.
Per le telecomunicazioni, sono invece
i Comuni a fare il grosso della domanda
(80,1% nel 2003, contro il 14,7% delle
Regioni, il 4,7% delle Province, lo
0,5% delle Comunità Montane);
· una diffusione della connettività
in rete buona negli Enti di medie
e grandi dimensioni, ma ancora molto
carente nei piccoli Comuni e Comunità
Montane
La copertura di Internet è quasi totale,
ma in molti Comuni non si accompagna
alla dotazione di reti interne (LAN),
rendendo impraticabile l'interoperabilità
fra sistemi interni e con i sistemi
della PA e degli altri Enti nel territorio.
Le reti LAN sono nella totalità delle
Regioni e nel 92.3% delle Province,
ma non nel 42% dei Comuni e nel 40%
delle Comunità Montane. In questi
ultimi Enti, sono ancora molti i casi
ove oltre alle LAN mancano anche le
connessioni veloci a Internet, e ove
si ricorre a comuni modem analogici
o ISDN.
I collegamenti alla RUPAR (Rete Unitaria
della Pubblica Amministrazione Regionale)
toccano 24,6% dei Comuni, il 54,8%
delle Province, 47,1% delle Comunità
Montane, il 69,2% delle Regioni. Solo
le Province se ne avvalgono però per
i servizi di cooperazione applicativa
o di firma digitale, fondamentali
per l'automazione dei processi che
coinvolgono più enti, e quindi per
l'e-government.
· un utilizzo delle applicazioni
ancora prevalentemente centrato sulle
esigenze interne, più che sui servizi
ai cittadini e alle imprese.
Tutti gli Enti dichiarano di assegnare
priorità ai servizi alla collettività
e per il sostegno del territorio e
dell'economia. Poi però fra le applicazioni
più diffuse sono sempre quelle legate
alle funzioni contabili, e assai meno
a quelle di "produzione" ed erogazione
dei servizi alla collettività (front-office).
Nei Comuni le applicazioni più presenti
sono quelle per la contabilità finanziaria
(93% dei casi), l'anagrafe (80,8%),
il protocollo (80,2%), la contabilità
economico-patrimoniale (73,6%) e i
tributi (73,2%), mentre quelle per
lo sviluppo, i trasporti, il lavoro
(collegamento al SIL) hanno livelli
di diffusione modesti: dal 2 al 7
% dei casi.
Nelle Province e nelle Regioni va
meglio, grazie anche alle funzioni
svolte. Nelle Province l'informatizzazione
copre il 65% dei casi per la cartografia,
il 60,6% per i sistemi territoriali,
il 39,4% nei servizi per il lavoro,
ma rimane ancora a livelli nettamente
inferiori a quelli dell'area economica
(100% nell'ambito della contabilità
finanziaria e dell'amministrazione
del personale). Così anche nelle Regioni,
ove però la situazione si riequilibra
a favore delle applicazioni legate
alle attività peculiari: l'informatizzazione
copre il 76,9% dei casi per il dialogo
con l'area sanitaria e il 69,2% per
sistemi informativi territoriali,
anche se poco si vede nelle aree del
turismo e del lavoro (23,1% dei casi).
· un livello di integrazione
fra applicazioni dello stesso Ente
poco più che sufficiente.
Infatti, in una scala da 1 (integrazione
nulla ) a 5 (integrazione massima)
i valori medi per tutti gli enti oscillano
tra 3 e 3,5, con valori più elevati
(4,4 e 3,7) per le Province e le Regioni
del Nord Ovest e più bassi per le
Regioni del Nord Est (2) e del Sud
(2,6). In quest'ultimo caso di vede
l'effetto della tendenza ad avere
sistemi informativi organizzati per
assessorati, che non aiuta all'adozione
di architetture integrate coerenti
con le esigenze di e-government.
· un livello di interoperabilità
fra sistemi e applicazioni di enti
diversi molto modesto
L'interoperabilità fra sistemi remoti
e di diverse amministrazioni, con
dati, applicazioni e servizi accessibili
da qualsiasi nodo della PA è alla
base della costruzione dei piani italiani
ed europei di e-government: è ciò
che permette di superare le frammentazioni
e accedere da un qualsiasi nodo della
PA a tutti i possibili servizi, dell'uno
o dell'altro Ente. Ebbene, il livello
di interoperabilità raggiunto è giudicato,
in tutti gli Enti, medio o alto in
meno della metà dei casi: 41% dei
Comuni, 47,2% delle Province, 36,8%
delle Comunità Montane e 30,8% delle
Regioni. Il dato potrebbe anche essere
letto in positivo, se non fosse che
sono anche parecchi i casi in cui
il livello di interoperabilità è giudicato
nullo o ignoto: 20,3% dei Comuni,
18,2% delle Province, 25,8% delle
Comunità Montane e 7,7% delle Regioni.
· un uso ancora limitato di
Internet nei Comuni per i rapporti
con cittadini e imprese
I Portali di servizio a cittadini
e imprese, e cioè i siti Internet
su cui reperire concretamente informazioni,
avere servizi, pagare tributi, e così
via, mancano ancora nel 70,7% dei
Comuni, nel 24% delle Province e nel
23,1% delle Regioni. Il dato dei Comuni
è evidentemente influenzato dalla
realtà dei piccoli Comuni, ove il
rapporto personale tende oggettivamente
e ragionevolmente a prevalere, ma
resta comunque significativo.
· freni all'investimento ICT
ascrivibili non solo ai vincoli di
spesa, ma anche alla scarsa sensibilità
informatica degli enti
In pratica, anche nella PA Locale,
ove i livelli di scolarizzazione sono
mediamente più elevati, si ripropone
il problema riscontrato nel sistema
delle imprese: la combinazione fra
problemi di budget e la capacità di
capire cosa fare con l'IT. E infatti
se è vero che nelle Regioni i problemi
di budget sono indicati come quelli
più stringenti (oltre il 90 % dei
casi), in tutte le altre categorie
della PAL essi pesano poco più della
scarsa cultura informatica del personale
dell'Ente, indicata come frenante
addirittura dal 51% delle Province.
· un ruolo importante, ma non
sempre riconosciuto delle Regioni
come "locomotive" dell'innovazione
tecnologica degli Enti Locali
Province e Comunità Montane riconoscono,
rispettivamente nell'84,6% e nel 71,6%
dei casi, il ruolo traente delle Regioni
nel processo di ammodernamento degli
Enti Locali. Non è invece così per
i Comuni, che lo fanno solo nel 46%
dei casi, a conferma di un dialogo
interamminstrativo non sempre facile
e, forse, da semplificare.
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