Milano, 7
giugno 2007 - "L'informatica
italiana non solo si conferma in crescita
per il terzo anno consecutivo, ma
sta accelerando il suo ritmo. Il trend
positivo degli investimenti IT rispecchia
la curva descritta dall'andamento
internazionale, che vuole l'informatica
crescere come o più del Pil, fenomeno
che si sta registrando quest'anno
per l'Italia. E' questo un risultato
importante, che segnala come l'innovazione
tecnologica stia giocando un ruolo
significativo nella ripresa economica
in atto " - è un messaggio positivo
e ricco di aspettative quello lanciato
dal Presidente di AITech-Assinform
Ennio Lucarelli, nel presentare
oggi a Milano, il Rapporto Assinform
2007, indagine a tutto campo sull'Information
& Communication Technology, giunta
alla sua 38esima edizione.
Nel 2006 il mercato italiano dell'informatica
ha raggiunto i 19.804 milioni di euro
in crescita dell'1,6% sull'anno prima,
consolidando un trend positivo
che a fine 2005 risultava dello 0,9%.
Il valore di questo risultato può
essere valutato meglio, considerando
la posizione di partenza, quando l'economia
italiana ha reagito alla crisi degli
anni scorsi con pesanti tagli degli
investimenti, da parte sia delle imprese
che della Pa. Per l'informatica ciò
ha significato un vero e proprio crollo
della domanda, che ha avuto il suo
picco negativo a fine 2002 (-3,2%
annuo). Tuttavia dal 2003 la domanda
IT è ripartita, con una velocità che
ha permesso nel giro di tre anni un
recupero di 5 punti percentuali e
che consente di stimare la crescita
2007 dell'ordine del 2% su base annua,
al pari del trend del Pil. Il confronto
internazionale, tuttavia, offre la
misura del gap accumulato in questi
anni,con l'Europa che nel 2006
ha registrato una crescita media degli
investimenti in informatica del 3,7%
rispetto all'anno precedente e gli
Stati Uniti del 5,8%. Gap che si è
tradotto nel divario di produttività
registrato dalla nostra economia rispetto
agli altri paesi. Analizzando i trend
nel decennio 1995-2005 si vede, infatti,
come la crescita della produttività
Usa sia stata oltre il doppio di quella
dell'area Euro, mentre questa ultima
è stata oltre il doppio dell'Italia.
"Il recupero di produttività
- ha sottolineato Lucarelli - è
un obiettivo primario per il sistema
Italia che, come dimostrano i trend
dei paesi nostri concorrenti, si raggiunge
con un grande sforzo di investimento
in IT. E questo le imprese italiane
ed alcuni settori dell'economia lo
hanno capito e lo stanno dimostrando
proprio con l'incremento della domanda
d'informatica".
"Lo scenario internazionale
- ha continuato il Presidente di AITech-Assinform
- rivela che le novità più rilevanti
dei prossimi anni arriveranno dal
software e dagli applicativi, comparti
su cui abbiamo tutte le possibilità
di disegnare un nuovo spazio italiano
di produzione d'innovazione tecnologica.
Già oggi la nostra offerta d'informatica
registra un buon trend di crescita
del software applicativo. Ma il dato
più interessante riguarda la produzione
di valore aggiunto dei comparti software
e servizi: l'82% è prodotto in Italia.
Si sta aprendo una fase dell'economia
mondiale in cui la capacità di ricercare,
produrre, offrire sul mercato innovazione
informatica rappresenterà un valore
aggiunto sempre più strategico nella
competizione internazionale, a cui
l'Italia non può rinunciare, ma anzi
deve trovare la via per valorizzare
e potenziare le sue capacità innovative".
Secondo Lucarelli, va innanzitutto
realizzato un mercato altamente concorrenziale
e competitivo per i settori dell'Information
& Communication Technology, rafforzando
il processo di liberalizzazioni dei
servizi e di deregulation delle norme
anticompetitive, le quali come rilevato
recentemente da un'indagine Ocse,
hanno effetti ancor più negativi se
incidono su settori strategici per
l'innovazione del Paese. Allo stesso
tempo è necessaria una politica ad
hoc per sostenere l'innovazione nell'It
che può essere attuata attraverso
il lancio di un progetto nazionale
sull'informatica nell'ambito di Industria
2015: " Dobbiamo coniugare le opportunità
offerte dalla rivoluzione It alla
risoluzione di problemi nazionali
- ha concluso il presidente di
AITech-Assinform, precisando che
"dentro Industria 2015 l'informatica
va considerata come settore strategico
messo al servizio dello sviluppo dei
cinque già scelti, che sono il risparmio
energetico, la mobilità sostenibile,
i beni culturali, il Made in Italy,
le scienze della vita. Ciò consentirebbe
di acquisire know-how e brevettare
nuovo software e nuove applicazioni,
che potrebbero poi essere proposti
sul mercato internazionale. Senza
una specifica azione mirata a produrre
in Italia innovazione informatica
si rischia, infatti, che l'attuale
crescita economica generi una domanda
che potrà essere soddisfatta acquistando
tecnologie per la maggior parte realizzate
all'estero. In alcuni campi la concorrenza
ci confermerà che ciò sarà conveniente
o necessario, ma in molti altri, i
risultati dovranno nascere da iniziative
imprenditoriali del nostro Paese"
.
Il dettaglio dei dati
L'informatica
nel 2006 in Italia : +1,6%
Il Rapporto Assinform conferma
le imprese protagoniste della crescita
della domanda d'informatica, con in
testa le medie che stanno puntando
su qualità e innovazione per aprire
nuovi mercati e consolidare la loro
crescita. Queste ultime, nel 2006,
hanno fatto crescere la domanda d'informatica
dell'1,8% a fronte dell'1,3% registrato
dalle grandi aziende, che comunque
assorbono oltre la metà del mercato
nazionale dell'It. A livello delle
piccole imprese, che hanno
complessivamente un volume di spesa
It comparabile con quello dell'intera
Pa, è interessante notare come
l'incremento degli investimenti informatici
negli ultimi tre anni sia passato
dal picco negativo del -3,3% a fine
2003, al + 0,3% attuale. Questo
risultato testimonia che le piccole
imprese non sono così refrattarie
all'innovazione come spesso vengono
interpretate, ma che al contrario
esistono tutti i presupposti per potenziare
il processo di penetrazione delle
nuove tecnologie in questa componente
così importante dell'economia italiana.
Lo spaccato della domanda dimostra
che tutti i settori economici hanno
ripreso a investire in tecnologie
informatiche. Se banche e industria
arrivano ormai ad assorbire oltre
il 44% del mercato informatico con
un volume di spesa di oltre 8.000
milioni di euro raggiunto nel 2006,
la palma della crescita va al mercato
consumer che viaggia al ritmo dell'8,8%.
Ma è dal settore dei Servizi che arriva
la performance più significativa con
una spesa in It salita nel 2006 del
3,6% annuo (era stata +1,7% l'anno
prima), sostanzialmente allineata
alla media europea. Il dinamismo dei
Servizi costituisce una novità molto
positiva poiché è soprattutto in questo
settore che l'Italia deve recuperare
competitività e produttività. Importante
anche la crescita della Distribuzione
del 2,9% e delle Telecomunicazioni
del 2,2%, per le quali va rilevato
comunque un rallentamento (il ritmo
l'anno prima era stato del 3,0%),
dovuto alla fase evolutiva che sta
subendo il settore sotto la spinta
della concorrenza, a favore della
riduzione dei costi, dell'aumento
di produttività e dello sviluppo di
servizi innovativi.
Per quanto riguarda la Pa si conferma
il processo di disinvestimento in
informatica, che Aitech-Assinform
ha da tempo segnalato. Processo
che si articola in un deciso trend
negativo per l'amministrazione
centrale per la quale la spesa
continua a calare, segnando il -1,7%
nel 2006 (a fronte del -1,0% del 2005)
con tagli che riguardano soprattutto
la spesa destinata agli investimenti.
Rallentamento anche per la Pa locale,
con la domanda cresciuta del 2,8%
a fronte del tasso registrato nel
2005 di +3,4%, che va a tutto discapito
della creazione di servizi innovativi
al cittadino e alla imprese. Per la
Pubblica Amministrazione locale, inoltre,
c'è da considerare che il 43% delle
commesse rimangono in casa, ovvero
sono affidate direttamente senza gara
a proprie società controllate.
Sul lato dell'offerta, per
i PC , è interessante rilevare come
le vendite di portatili (2540.000
unità) abbiano superato quelle dei
desktop (2.255.000) anche sommando
a essi i PC Server (184.000); come
gli acquisti delle famiglie abbiano
raggiunto il 32,3% del mercato; e
infine, e come il parco di PC installati
in Italia (imprese e famiglie) abbia
raggiunto i 24,7 milioni di unità.
Per il software, tutti i comparti
sono risultati in crescita: software
di sistema, +2,3%; middleware, +5,5%
e software applicativo, +1,7%. Sul
fronte applicativo la componente più
dinamica (+13,1%), anche se non la
più "pesante" è risultata quella per
la sicurezza, che concorre a individuare
un comparto che con hardware e servizi
pesa per quasi 650 milioni (+10.9%).
Nel caso dei servizi (+0,4%), le dinamiche
relativamente più vivaci sono risultate
quelle dei servizi in outsourcing
(+2,4%), e dell'integrazione dei sistemi
e della consulenza, entrambe in crescita
dell'1,2
Il mercato mondiale
dell'ICT nel 2006
- Il valore totale del mercato
ICT è stato nel 2006 di 2.735 miliardi
di dollari, con una crescita del
5.5%, di poco inferiore al 6.1% dello
scorso anno. Per il terzo anno consecutivo
la spesa e gli investimenti in ICT
nel mondo sono cresciuti ad una velocità
superiore a quella dell'economia.
- La componente telecomunicazioni
ha raggiunto il valore di 1.661,8
miliardi di dollari, pari al 61%
del totale ICT. È proseguita sui ritmi
degli anni scorsi, la diffusione della
telefonia mobile, con più di 1 miliardo
di telefoni cellulari venduti nel
2006 ed un parco di utenti di 2.7
miliardi. I collegamenti a banda larga
hanno raggiunto i 279 milioni.
- La componente informatica ha
raggiunto i 1.073 miliardi di dollari,
marcando un'altro anno positivo. Le
vendite di PC si sono mantenute su
livelli elevati, passando da 203 milioni
di unità a 224 milioni grazie all'effetto
dell'aumento degli utilizzatori nei
grandi paesi emergenti (Cina, India,
Russia, Brasile) e del continuo rinnovamento
del parco installato presso imprese
e famiglie.
- Il NordAmerica continua ad essere
il baricentro del mercato mondiale
dell'ICT, avendo raggiunto a fine
2006 il valore di 886 miliardi di
dollari, seguito dall'Europa "a 27"
con 779 miliardi di dollari. In entrambe
le aree la crescita del mercato è
stata comunque sensibilmente inferiore
alla media mondiale, per effetto delle
dinamiche rilevate nell'area Asia-Pacifico,
ove Cina, India e Corea del Sud assumono
ora anche il ruolo di acquirenti di
prodotti e servizi ICT.
- Gli Stati Uniti detengono il
valore più elevato in tutti gli indicatori
di penetrazione dell'IT. L'incidenza
della spesa IT sul PIL è del 3.9%,
contro il 2.2% del Giappone e il 3.1%
medio dei maggiori Paesi europei,
al netto dell'Italia, che evidenzia
il gap più elevato. Il nostro paese
ha una spesa IT sul PIL che non supera
l'1,9%, contro il 3,2% della Francia,
e il 3,1 % di Germania e regno Unito.
Le telecomunicazioni
nel 2006 in Italia : +2,1%
- Il comparto delle telecomunicazioni
(apparati, terminali e servizi per
reti fisse e mobili) ha generato in
Italia nel 2006, un business di 44.040
milioni di euro (+2,1%) Rispetto
all'anno precedente, quando l'incremento
era risultato del 3%, è stato registrato
un rallentamento che discosta il nostro
Paese dalla crescita europea (+5.1%),
ma che appare compensato dal crescente
peso dei servizi a valore aggiunto
e dalla persistente dinamicità dei
servizi su rete mobile.
- Le telecomunicazioni mobili hanno
più che bilanciato il calo delle fisse
e confermato il ruolo trainante. Hanno
generato una domanda complessiva (infrastrutture,
apparati, terminali e servizi) di
23.642 milioni di euro, in crescita
del 4.5% (+3,6% nel 2005), mentre
le fisse sono scese di poco a 20.398
milioni (-0,4%). Le linee mobili sono
ancora cresciute, risultando ben 81,9
milioni (+13,4%), ed è cresciuto anche
(+1,1%) il numero degli utenti attivi,
che ha oramai raggiunto la sorprendente
soglia dei 44,9 milioni. Il traffico
unitario è cresciuto del 5,1% e la
performance complessiva della componente
di servizio del "mobile" è risultata
pari a 18.040 milioni (+ 5.1 %)
- Le telecomunicazioni fisse hanno
subito il calo delle componenti mature,
come i servizi voce (9.490 milioni,
-4,6%) e di trasmissione dati (1330,
milioni, -3,6%). Sono invece cresciute
le componenti legate ai servizi a
valore aggiunto (2.920, +6,4%) e alle
connessioni Internet (2570 milioni,
+7,5%). Per queste ultime si è registrato
l'incremento degli accessi ad alta
velocità, con il raggiungimento di
8,2 milioni connessioni xDSL (+26,5%)
e di 324 mila su fibra ottica (+8%).
Le previsioni 2007 per l'IT in
Italia " Per il 2007 è stimata
una ulteriore crescita del mercato
IT. Quest'ultimo dovrebbe crescere
dell'2.0% rispetto ai 19804 milioni
di euro del 2006, e raggiungere così
il valore di 20.2 miliardi di Euro.
La stima sconta un'ulteriore consolidamento
della crescita dell'hardware, una
maggiore velocità di crescita degli
investimenti nel software e una ripresa
della domanda di servizi professionali.
Le previsioni 2007 per le TLC in Italia
- Per il 2007, si profila invece
una dinamica incerta per il mercato
delle telecomunicazioni, che dovrebbe
crescere solo dell'1% rispetto ai
44040 milioni di euro del 2006,
superando a stento la soglia dei 44500
milioni di euro. La spinta della
domanda di servizi a valore aggiunto
su rete fissa e mobile continuerà,
ma si avvertiranno gli effetti dei
più recenti interventi regolatori,
di incertezze che promettono il rallentamento
di investimenti della pressione sulle
tariffe conseguente all'ingresso sul
mercato dei primi operatori virtuali.
Le previsioni
2007 per l'ICT in Italia
- La combinazione tra le dinamiche
previste per IT e per le TLC, porta
stimare per il 2007 in Italia un mercato
aggregato ICT in crescita dell'1,3%
rispetto ai 63844 milioni di euro
del 2006, e pari a 64700 milioni di
Euro.
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