Milano, 6 marzo 2007
– Una buona notizia: l’informatica italiana ha ripreso a crescere
e
accelera il ritmo, mettendo a segno
un discreto + 1,6% nel 2006,
a fronte del timido 0,9% del 2005
e del segno negativo, - 0,4%, dell’anno
precedente; allo stesso tempo il mercato
dei consumer è aumentato al ritmo
del + 8,7% annuo. Una cattiva notizia: il divario con i trend di crescita internazionali resta troppo ampio, così come rimane
profondo il gap nella capacità di
produzione di nuove tecnologie e
se non interverranno fattori in grado
di imprimere una decisiva sterzata,
l’Italia è destinata a diventare
sempre più un paese di consumatori
di innovazione tecnologica generata
altrove. “Per l’industria italiana ciò significa comprare tecnologie spesso
poco personalizzate al soddisfacimento
delle sue peculiarietà, rimanendo
esposta a crescenti difficoltà nella
competizione mondiale. Per innovare e sostenere l’espansione del Made
in Italy bisogna, perciò, innovare
e sviluppare l’informatica italiana.
Occorre, cioè, tornare a investire
in modo massiccio nel settore dell’It,
scommettendo sulla sua capacità di
generare nuove applicazioni e servizi
informatici mirati a innovare la struttura
produttiva nazionale, costituita prevalentemente
da piccole e medie imprese. Una scommessa
che l’informatica italiana ha
tutte le carte per vincere”.
E’ questo, in sintesi, il messaggio
lanciato oggi a Milano da Ennio Lucarelli, presidente di Aitech-Assinform,
nel divulgare l’anteprima dei
dati del Rapporto Assinform 2007 sull’andamento
del settore dell’Information
& Communication Technology nell’anno
2006.
“La
ripresa del nostro settore informatico
– ha affermato Lucarelli - è un segnale certamente positivo che non va assolutamente
sottovalutato nell’attuale fase
di crescita dell’economia italiana,
soprattutto perché proviene da un
risveglio di attenzione verso l’innovazione
da parte delle imprese. Ma, esaminato nel contesto di
un ciclo mondiale che punta sull’Information
Technology come al fattore di accelerazione
della crescita economica e della competitività
di prodotti e servizi, va riconosciuto
che il circolo virtuoso generato dall’innovazione
tecnologica in Italia fa ancora troppa
fatica a decollare”.
A livello mondiale i numeri parlano
chiaro: l’attuale fase di espansione
dell’economia è alimentata da
investimenti sempre più massicci nell’It,
impiegati per rafforzare le capacità
competitive dei sistemi industriali,
realizzare i servizi innovativi che
dovranno ridisegnare la società basata
sulla conoscenza, modernizzare gli
apparati pubblici. Nel 2005,
l’incremento del Pil
mondiale, pari a 4,9%,
è stato superato dal 5,4%
globale registrato dall’It;
nel 2006
a fronte di
un Pil
cresciuto del 5,1%
l’It mondiale è cresciuta alla velocità
del 6,1%
annuo. Sempre nel 2006,
in Usa
l’It è cresciuto
del 5,7%, in Europa la crescita media è stata del 3,9%, con punte del 6,8% come nel caso della Spagna. E’ questo il contesto in cui
vanno confrontati i
dati italiani: nel 2005
il settore informatico nazionale ha registrato
un incremento dello 0,9%
a fronte di un Pil
quasi fermo (0,1%), nel 2006 siamo a +1,6%
per l’It
con un Pil cresciuto dell’1,9%.
“Di
fronte ai grandi numeri degli investimenti
in innovazione informatica che stanno
trasformando il mondo –
ha sottolineato il Presidente di Aitech-Assinform-
è
chiaro come il ritmo faticoso con cui cresce il settore nazionale
dell’It sia assolutamente insufficiente
a sostenere la nostra economia nella
competizione internazionale”.
Un esempio significativo:
nel
commercio on line, vera
e propria frontiera dell’innovazione
tecnologica, l’Italia risulta al penultimo fra i paesi dell’Europa
a 25, subito dopo Cipro
e prima della Lettonia. “Dove
si trovano le cause di questa arretratezza?
– si è chiesto Lucarelli
– in una obsolescenza strutturale, ovvero nell’assenza
di domanda innovativa, o nella mancanza
di valide soluzioni tecnologiche,
ovvero in un’offerta insufficiente?
Noi pensiamo che il problema vada
cercato in un Paese che non ha creduto
nella sua capacità di produrre innovazione,
che ha rinunciato a investire nell’informatica
e quindi é in continuo ritardo”.
“Oggi
i nostri investimenti
nell’ innovazione informatica
- ha continuato il presidente
di Aitech-Assinform-
sono limitati all’impegno estremamente
difficoltoso di poche imprese. Il
ruolo di traino della domanda è molto
condizionato dal blocco di quella
pubblica che è ripiegata su se stessa,
in un circolo assai poco virtuoso
ristretto al binomio stato-cliente
e fornitore di se stesso”.
Come uscirne? Secondo Ennio Lucarelli,
lo sviluppo dell’It va perseguito
attraverso il varo di un progetto
strategico nazionale per l’informatica,
finalizzato a sviluppare l’offerta
di nuove tecnologie per l’innovazione
industriale, l’efficienza delle
attività dei servizi, far crescere
le Pmi, modernizzare la
Pa. “In
Italia esistono cervelli, competenze
professionali e capacità imprenditoriali
per seguire questa strada”,
ma ha concluso il presidente di AITech-Assinfom,
l’innovazione tecnologica è
un settore altamente competitivo che
per svilupparsi ha bisogno di lavorare
in un ambiente di forte concorrenza
e libertà d’impresa: “Senza
una decisa politica di liberalizzazioni
e privatizzazioni delle attività tecnologiche
non si va da nessuna parte. La domanda
pubblica deve essere qualificata e
messa sul mercato per assumere un
ruolo propulsivo dell’offerta.
E, una volta per tutte, va abbandonato
il modello pubblico autoreferenziale
che si alimenta di segmenti di mercato
protetti”.
Il
dettaglio dei dati
Informatica
+1,6%
“Il
mercato italiano dell’informatica
ha raggiunto i 19.804 milioni di
euro in crescita dell’1,6% sull’anno
prima, consolidando una tendenza al
recupero che a fine 2005 risultava
ancora timida (+0,9%)” -
ha dichiarato Giancarlo Capitani Amministratore
Delegato NetConsulting, la società
di ricerca che collabora con AITech-Assinform
al monitoraggio del mercato ICT .-
E’
una performance ancora al di sotto
dei trend riscontrabili in Europa
(+3,7%) e negli Stati Uniti (+5,8%),
ma che si innesta in una fase congiunturale
nuova perchè ha basi più solide fondate
su una ripresa del mercato moderata,
ma comunque diffusa in tutto il sistema
produttivo, che chiede di essere sostenuta”.
Nel
2006 il contributo delle famiglie
è stato ancora importante e in netta
crescita, ma si sono mosse le imprese.
I tassi di crescita, pur contenuti
sono stati positivi in tutti le classi
dimensionali e hanno giocato sul grosso
del mercato. Sono infatti cresciuti
sia gli investimenti IT delle grandi
imprese (10.696 milioni, +1,3%,
contro il +0,9% del 2005), delle medie
(4.678 milioni, +1,8%, in linea
con l’anno prima) e anche delle piccole
(3.475 milioni + 0,3%, da raffrontare
però con il calo dell’1,4% del 2005).
Lo
spaccato della domanda per settori
produttivi, mostra il ruolo trainante
delle imprese del comparto
media e telecomunicazioni
e della distribuzione e dei
serviziì, che si collocano rispettivamente
al terzo e al quarto posto per entità
di investimenti IT, dopo le banche
e l’industria. La
P.A Centrale, con
una domanda individua il comparto
con la dinamica più negativa.
Per
quanto riguarda l’offerta, la dinamica
più favorevole è ancora quella dell’hardware
(sistemi, stampanti e periferiche)
con vendite pari a 5.473 milioni,
in crescita del 3,7%. A questo
andamento a contribuito la buona performance
dei Pc che con 4.979.000 unità vendute
è cresciuta in volumi del 15,2% e
in valore del 7,2%. In ripresa anche
se moderata è risultata la componente
più importante ai fini dell’innovazione e dell’attività
delle imprese nazionali, quella del
software e dei servizi, risultata
pari a 13.481 milioni e cresciuta
dell’1,1% (contro lo 0,4% dell’anno
prima), mentre quella dei servizi
di assistenza tecnica ha proseguito
nel suo trend di declino fisiologico
(850 milioni, -3,7%), senza influire
sulle performance del settore.
Fra
gli altri elementi di rilievo,
quelli riguardanti i Pc, il
software e servizi.
Nel
caso dei Pc, è interessante rilevare
come le vendite di portatili (2540.000
unità) abbiano superato quelle dei
desktop (2.255.000) anche sommando
a essi i pc server (184.000); come
gli acquisti delle famiglie abbiano
raggiunto il 32,3% del mercato; e
infine, e come il parco di PC installati
in Italia (imprese e famiglie) abbia
raggiunto i 24,7 milioni di unità.
Nel
caso del software tutti i comparti
sono risultati in crescita: software
di sistema, +2,3%; middleware, +5,5%
e software applicativo, +1,7%. Sul
fronte applicativo la componente più
dinamica (+13,1%), anche se non la
più “pesante” è risultata quella per
la sicurezza, che concorre a individuare
un comparto che con hardware e servizi
pesa per quasi 650 milioni (+10.9%).
Nel caso dei servizi (+0,4%),
le dinamiche relativamente più vivaci
sono risultate quelle dei servizi
in outsourcing (+2,4%), e dell’integrazione
dei sistemi e della consulenza, entrambe
in crescita
dell’1,2%.
Telecomunicazioni
+2,1%
“Il
comparto delle telecomunicazioni (apparati,
terminali e servizi per reti fisse
e mobili) ha generato in Italia, nel
corso del 2006, un business di 44.040
milioni di euro, in aumento del
2,1% sul 2005”, ha
commentato Giancarlo Capitani. “Rispetto all’anno precedente, quando
l’incremento era risultato del 3%
è stato registrato un lieve rallentamento
della crescita, che disallinea il
nostro paese rispetto alla più sostenuta
crescita europea (+3,7%). E’ un rallentamento
che deve indurci a riflettere ed agire,
ma che non è da leggere in chiave troppo severa.
-
ha aggiunto Capitani – Ci sono infatti anche dinamiche molto
positive, come la buona progressione
dei servizi a maggior valore aggiunto,
la persistente dinamicità dei servizi
su rete mobile e della buona tenuta
del mercato dei sistemi e dei terminali
(telefonini compresi)”.
Più
in particolare, le telecomunicazioni
mobili hanno generato una domanda
complessiva (infrastrutture, apparati,
terminali e servizi) di
23.642 milioni di euro, in
crescita del 4.5% (+3,6% nel 2005);
le fisse sono scese di poco
a 20.398 milioni (-0,4%).
Le
linee mobili sono ancora cresciute,
risultando ben 81,9 milioni (+13,4%), soprattutto
per effetto di formule a scheda incorporate
nelle promozioni di nuovi cellulari,
anche se poi risulta ancora in aumento (+1,1%) il numero degli utenti attivi
che ha oramai raggiunto la sorprendente
soglia dei 44,9 milioni. L’incremento
del parco utenti si combina poi con
un incremento del traffico unitario
del 5,1% (fra voce, SMS, MMS e altri
servizi a valore aggiunto, che oramai
pesano in valore per quasi un quarto
dei servizi mobili) nella performance
complessiva della componente di servizio
del “mobile”, pari 18.040 milioni
(+ 5.1 %)
Sul
fronte delle telecomunicazioni
fisse sono risultate in calo le
componenti più mature -
voce (9.490 milioni,
-4,6%) e trasmissione dati (1330,
milioni, - 3,6%)- mentre sono
cresciute le componenti legate ai
servizi a valore aggiunto (2.920,
+6,4%) e alle connessioni
Internet (2570 milioni, +7,5%).
Quanto a queste ultime, è positivo
l’incremento del numero di accessi
ad alta velocità, con il raggiungimento
di 8,2 milioni d’accessi in modalità
xDSL (+26,5%) e di 324 mila su fibra
ottica (+8%).
Infine,
e ancora per le telecomunicazioni,
l’ultima notazione riguarda il peso
delle famiglie sul complesso della
domanda, che a differenza dell’informatica
ed escludendo la componente infrastrutturale,
risulta prevalente, ma con una dinamica lievemente ridotta rispetto
al 2005. Le famiglie hanno
infatti espresso una domanda complessiva
di servizi e apparecchiature pari
a 24.705 milioni, in crescita del
3.6%, contro una domanda delle
imprese pari a 14720 milioni (+1,4%),
confermando i trend degli ultimi anni.
Per ulteriori
informazioni:
Ufficio Stampa AITech-Assinform
Roma - Anna Borioni: cell. 3471489877
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Milano – Stefania Follador: cell. 3465003534
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